FRANK
O. GEHRY
Roma 30 /04 / 03 L’architetto
Frank O. Gehry può essere descritto attraverso ( cinque) parole
chiave:
Appartiene
ad una cultura particolare, nasce nel 1929 ed è ebreo. Il nonno
aveva un negozio di ferramenta in cui lui stesso ha lavorato, è
stato spesso emarginato ed era soprannominato “fish”, pesce. Si trasferisce
poi in California, a Los Angeles, ha contatti nel cinema e poi, spinto
da un interesse artistico, si iscrive alla facoltà di architettura.
Nel 1950 comincia a lavorare da Brenn, in un filo che lega Austria ed America.
Si specializza in urbanistica spinto soprattutto dal clima degli anni ’50
profondamente indirizzato in un coinvolgimento sociale. Prende un master
ad Harward e poi decide di andare a lavorare a Parigi per un anno circa
dove studierà le chiese romaniche, Le Corbusier e Rochamp. Nel 1962
torna a Los Angeles ed apre uno studio di progettazione. Per circa 15 anni
la sua produzione non si sconta dall’ambiente culturale del suo tempo rimanendo
nei canoni. Si potrebbe dire che in questo periodo avesse rimosso la sua
vena artistica per rimanere nel razionale. Però nella Los Angeles
degli anni ’60/’68 erano in atto dei bei cambiamenti che lo influenzeranno
particolarmente.
È
dopo gli inizi degli anni ’70 che comincia il grande cambiamento riassumibile
con la prima parola chiave, ASSEMBLARE. Tale svolta ha come manifesto architettonico
la sua Casa. All’inizio di questo periodo Gehry entra in crisi a causa
del matrimonio e tanti altri motivi e, come tutti gli architetti maggiori,
entra in analisi. Per combattere la crisi decide di cambiare completamente
vita: chiude lo studio, si fa una nuova famiglia e una nuova casa.
Dopo
aver sperimentato il nuovo metodo sulla sua casa e dopo averne capito a
fondo il meccanismo, comincerà la progettazione di case che funzioneranno
bene, aggiungendo maggiore libertà ai futuri abitanti, e che svilupperanno
un tema architettonico in controcorrente agli sviluppi dell’architettura
di quegli anni più propensa ad un recupero del passato. I suoi disegni
sembrano quasi essere delle caricature che tendono all’esagerazione di
alcuni aspetti che poi riscontrabili nel progetto.
Emerge
perciò il contesto e si ragiona su come entrare in rapporto con
questo, Gehry afferma che il contesto è quello periferico, fatto
di elementi sovrapposti e non più quindi un riferimento all’aulico.
Inizia
anche in questi stessi anni un’opera che è un “working in
progress”, il Piano ed edifici per la Loyola Law School, Los Angeles 1978-1991,
un progetto che si evolve a seconda delle esigenze, composto da diversi
elementi. Il meccanismo è quello della “trasfigurazione”, della
suggestione primaria che nasce dall’idea di una chiesa romanica o di un
tempio che vengono contemporalizzati.
Nel
1983 e il 1984 la prima fase cominciata con la sua casa è ancora
in evoluzione e coinvolge progetti più ampi. Dopo il campus subentra
un’altra fase che si sovrappone alle altre: SEPARARE.
All’inizi
degli anni ’90 inizia l’avventura di Gehry nel digitale.
Gehry
proprio in coincidenza con la mostra affronta una nuova fase, quella del
FONDERE, con la progettazione del Museo e fabbrica della Vitra, Weil am
Rhein, Germania 1987-1989. Ancora una volta quindi si lancia verso una
sfida quasi personale compiendo di nuovo come un azzeramento necessario
per il cambiamento.
Nel
1991 progetta l’opera che lo farà conoscere in tutto il mondo, non
solo dagli architetti. Per la realizzazione del Guggenheim di Bilbao è
lo stesso Gehry a scegliere l’area ed ovviamente decide per la più
“incasinata”, è un’intersezione urbana fortemente caotica, ritornando
così al concetto di paesaggi secondari. Nel progetto è rintracciabile
un’idea di derivazione boccioniana , della ricerca futurista, un rilancio
dell’idea di movimento. Infatti le linee forza futurista scuotono l’ambiente,
lo fanno vibrare, ed è proprio questo che Gehry risveglia grazie
al suo percorso formativo, il racchiudere e poi lanciare all’esterno, nello
spazio, delle traiettorie dinamizzando l’intorno. Non manca poi l’idea
del simbolismo della cattedrale che tanto lo affascina rappresentato dalla
torre.
Da qui inizia la quinta ed ultima fase quella del LIQUEFARE, dello scioglimento quindi della forma di cui il progetto più significativo è la Casa Lewis, Clevaland, Ohio 1989-1995. |